La conservazione dei salumi

Pietro Gaviraghi
Aldo Quirico
Soci fondatori

Durante questo periodo i salami dovevano essere periodicamente controllati e talvolta richiedevano un intervento di pulizia superficiale, eseguito in vari modi a seconda dell'esperienza personale, frutto di una tecnica tramandata di padre in figlio. La regolazione dell'umidità all'interno del locale era di particolare importanza tanto che nelle ore diurne, anche d'inverno, una finestra veniva sempre lasciata socchiusa per arieggiare opportunamente il locale.

Se il tempo era ventoso la finestra doveva essere invece chiusa, perché un eccesso di ventilazione poteva provocare il distacco della pelle dal contenuto, con formazione all'interno di una sacca d'aria che inevitabilmente comprometteva il processo di stagionatura generando la formazione delle "camole".

Le camere da letto svolgevano quindi la funzione di dispensa e, oltre ai salumi ordinatamente penzolanti dal soffitto, trovavano spazio sotto i letti anche mucchietti di patate, appoggiate direttamente sul pavimento, zucche, cipolle e altre verdure di lunga conservazione. Va ricordato che la camere da letto erano degli stanzoni di grandi dimensioni ed ospitavano normalmente da 7 a 10 persone. I letti in genere avevano materassi di piume di gallina, ma talvolta potevano anche essere riempiti con gli "scartoss" del granoturco, mentre i cuscini di solito erano imbottiti con piuma d'oca.

Il letto più diffuso era a una pazza e mezza, in cui dormivano normalmente due persone, talvolta anche tre, con quella centrale disposta con la testa ai piedi del letto: una posizione chiamata "co e pè". La camera era la "stansa" mentre la cucina era la "". Questi erano gli unici locali costituenti l'alloggio della famiglia. Non un alloggio in senso moderno con vani intercomunicanti fra loro, bensì la "", al piano terra, con accesso dal cortile e la "stansa", al primo piano, con l'accesso sempre dal cortile tramite la scala comune e il ballatoio.

Normalmente i due locali erano l'uno sopra l'altro, ma poteva anche capitare che non lo fossero, benché in questi casi la "stanza" si trovasse comunque all'interno della stessa corte. Altre camere da letto erano dislocate spesso al secondo piano, sottotetto, e costituivano "stanse" aggiuntive per i gruppi familiari più numerosi, che comunque avevano sempre un'unica cucina.

Nella situazione più usuale comunque la "cà" e la "stanza" erano sovrapposte, avevano quindi la stessa dimensione che era pari a circa 25-30 metri quadrati, esistevano però anche locali molto più ampi, persino di 100 metri quadrati. Nonostante la disposizione sovrapposta i due locali non erano collegati da una scala interna.

Esisteva però una specie di botola con coperchio rimovibile in legno, "l'arbusel", con un'apertura di circa 30-50 centimetri, inserita tra due travetti del soffitto. "l'arbusel", aveva al di sotto una specie di griglia in legno a forma di croce, "la crusera", quale barriera di sicurezza contro le cadute di chi stava sopra. Esso serviva per l'aerazione della cucina sottostante creando un effetto camino.

Questo sfiatatoio esercitava la propria funzione soprattutto in relazione alla cultura del baco da seta, in particolare nel periodo di maggio-giugno, quando i bachi, coltivati in cucina, facevano il bozzolo, generando questa loro attività un notevole calore ed anche un certo cattivo odore che avevano poi modo di defluire verso l'alto attraverso "l'arbusel". In questo modo era possibile ventilare moderatamente la "cà" senza spalancare porte e finestre, creando una corrente d'aria trasversale che avrebbe però danneggiato la delicata coltura dei bachi medesimi.