La cooperazione oggi

Giovanni Villa
 
In una fase come l'attuale, che vede riabilitato il momento della riflessione critica, sugli strumenti atti ad assicurare il collegamento tra la realtà economica e sociale, è necessario riconsiderare il ruolo e la funzione della formula cooperativa. Le società moderne stanno subendo senza possibilità si sottrarvisi, un processo di sostanziale mutamento. La crisi delle istituzioni intese come loro inidoneità a realizzare adeguate espressioni socio - aggregative di tipo rappresentativo in una società che sta mutando rapidamente, non è un fenomeno esclusivo del nostro Paese, ma sembra piuttosto un fenomeno comune ad ogni sistema politico economicamente poggiante su basi capitalistiche.

Non sembra essere dubbio, infatti, che un modello economico che abbia a suo cardine la ricerca del profitto a qualsiasi prezzo e la dilatazione dei consumi individuali, conduca le parti sociali ad indirizzare i loro sforzi sull'aumento del livello di vita, piuttosto che sul miglioramento delle condizioni del singolo processo produttivo. Tra le distorsioni notoriamente più evidenti e consequenziali ai tradizionali modelli di sviluppo, vengono denunciati il lavoro alienante, le difficoltà dei rapporti interpersonali, il peso delle strutture amministrative, le concentrazioni urbane.

L'eliminazione dei richiamati effetti distorsivi dovrebbe comportare la possibilità di precedere ad una politica di mobilitazione delle risorse da un settore all'altro, ristrutturando gli apparati produttivi e razionalizzando i criteri operativi delle stesse imprese, dall'altra parte, operare sul piano tipicamente sociale attraverso il miglioramento, la modificazione, la sostituzione degli assetti sociali esistenti, attribuire ruoli e dignità diversi al cittadino realizzando un diverso modo di concepire il rapporto tra esso e lo Stato.

In questa direzione emerge chiaramente un ampio campo di azione e di affermazione della formula cooperativa. Se si conviene infatti sulla esigenza di incidere in una diversa maniera sul tessuto economico-produttivo senza nel contempo rinunciare a curare il rapporto tra i cittadini e le istituzioni, se si è convinti che un metodo valido per assicurarsi probabilità di successo alle azioni può consistere anche nella esaltazione democratica del momento partecipativo alle scelte a qualsiasi livello e settore queste abbiano necessità di estrinsecarsi, allora rimane affermata l'attualità della funzione della formula cooperativa, intesa come combinazione di elementi sociali ed economici, che meglio di ogni altra può essere in grado di collaborare per una soluzione delle difficoltà sopra enunciate.

Per la cooperazione, nata e sviluppatesi in una prospettiva essenzialmente assistenziale, si pone oggi in maniera sempre più pressante l'esigenza di acquisire un carattere tipicamente imprenditoriale, che le consenta di occupare spazi non marginali, e di dare un contributo efficace allo sviluppo del nostro sistema economico-sociale, anche nell'ambito delle grandi riforme di struttura dell'economia. E il soddisfacimento di queste esigenze deve risultare compatibile con il mantenimento dei connotati ideali che hanno dato autonomia e peculiare rilievo sociale alla cooperazione, e che la distinguono da altre forme capitalistiche di esercizio dell'attività economica.

Oggi pertanto, risulta fondamentale, l'apporto della cooperazione al soddisfacimento del bisogno abitativo attraverso iniziative di edilizia popolare, rivolta soprattutto alle fasce più popolari, quale bene primario per ogni famiglia già formata o in via di formazione, così come l'impegno per la costituzione e lo sviluppo di cooperative di lavoro e di servizi è la nuova frontiera verso la quale la cooperazione è chiamata a investire il proprio impegno e la propria passione. Inoltre occorre aver ben presente che, per la concezione cristiana della cooperazione è pregiudiziale la valorizzazione della persona, e che i bisogni dell'uomo non sono solo e nemmeno prevalentemente materiali.

Per esprimere sinteticamente la portata di tali valori si può dire che la cooperazione è, prima di tutto, uno stato dello spirito che si manifesta in termini di solidarietà e poi un fatto di carattere economico e organizzativo. Partendo dalla persona, si arriva a scoprire il significato primario dell'uomo nella solidarietà con i suoi simili e nella capacità quindi di realizzarsi nella comunità, come momento di superiore sintesi rispetto ad interessi particolari. La cooperazione, in questa visione, oltre ad essere un mezzo, è soprattutto un fine, in quanto realizza già in sé stessa l'affermazione di valori umani e spirituali essenziali, e quindi può anche appagarsi, senza tenere conto dei riflessi materiali della sua azione
Nata e sviluppata in una prospettiva essenzialmente assistenziale, la cooperazione ha oggi l'esigenza di sviluppare un carattere imprenditoriale, anche se essa è comunque, prima di tutto, uno stato dello spirito che si manifesta in termini di solidarietà e poi un fatto di carattere economico e organizzativo.